infiorata
Porta del Borgo
Chiesa San Nicolò
Piazza Benedetto Cairoli

infiorata
Porta Cervara
Chiostro di San Venanzio
Piazza Papa Giovanni Paolo II

infiorata
Porta del Piano
Chiostro di San Benedetto
Piazza Francesco F. Altini

infiorata
Porta Pisana
Chiesa di San Biagio
Piazza D. Manin


le infiorate dell'edizione 2018
I Bozzetti
Porta del Borgo
Autore – Chiara Martinelli
Infiorata – Chiesa di San Nicolò
LEGAMI
Un profondo legame unisce i mastri artigiani ai loro apprendisti così come la comunità fabrianese al Santo protettore Giovanni Battista con il dono dell’obolo e delle cere. Il rapporto di apprendistato nel Trecento non può sicuramente definirsi roseo, privo di problemi o rispettoso dei diritti dell’infanzia, ma per me rimane affascinante l’ideale alla sua base: il passaggio di testimone dalla vecchia generazione alla nuova, il legame tra l’insegnare e l’essere terreno fertile per accogliere e fare proprio ciò che si riceve così da partecipare attivamente all’atto creativo. L’idea del bozzetto è nata da qui, dal desiderio di mostrare gli apprendisti crescere sulle orme dei mastri ed omaggiare la maestria degli uomini dediti all’attività produttive e mercantile. A fungere da scenario è la stoffa rossa – emblema delle Arti legate alla tessitura, tintura, vendita e lavorazione delle stoffe – sorretta da due lavoratrici, sulla quale trovano spazio scene legate alle due Arti principali: quella dei fabbri, simbolo della città di Fabriano con lo stemma di Mastro Marino, e quella dei cartai, che da secoli permette alla città di essere conosciuta in tutto il mondo. Le 12 arcate ogivali rappresentano le 12 botteghe dell’Arte dei Mercanti una volta situate in piazza del mercato, sul lato opposto alle tante fucine e gualchiere disposte lungo il fiume Giano. Sullo sfondo si delinea il profilo di una collina, la campagna dalla quale spesso provenivano i giovani apprendisti, e della cattedrale di S.Venanzo, in una versione gotica ormai visibile solo nell’abside. Presso S.Venanzo si svolgeva infatti la tradizionale donazione dell’obolo e delle cere all’effigie di San Giovanni Battista (qui rappresentato nei simboli del cartiglio e della croce) da parte delle Corporazioni, momento di scambio tra mondo civile e religioso. La scena è rappresentata con la processione dei palii scelti – per colore e stemma delle Corporazioni – a rappresentanza dei diversi quartieri di Fabriano.
Porta Cervara
Autore – Luigi Stefano Cannelli
Infiorata – Chiostro di San Venanzio
Da Garzoni a fabbri, da lavorenti a mastri cartai, da apprendisti ad artigiani. le arti e le botteghe medievali, fucine di giovani talenti Il dipinto, realizzato ad acquarello su carta Fabriano Artistico, commissionatomi dai responsabili dell’infiorata di Porta Cervara per il Palio di S. Giovanni Battista di Fabriano per l’anno 2025, è una sintesi ispirata ai valori del tema assegnato per l’anno corrente, 2025. Fulcro della composizione è il Maestro, una figura che fin dalla remota antichità è stata indispensabile per formare i giovani che avrebbero dovuto traghettare nel futuro idee e conoscenze. Non a caso nel dipinto, il Maestro si sovrappone simbolicamente ad una grande quercia, tutto intorno vi è un vortice di figure e simboli che fanno riferimento alla storia, la religione e la cultura del nostro popolo, partendo proprio dal grande sole al cui centro appare il Battista. Questa luce metafisica è la scintilla spirituale dell’ispirazione che porterà benessere e ricchezza e che spesso nella storia del nostro popolo si è concretizzata nella costruzione delle Cattedrali, simbolo dell’eccellenza nelle arti e del benessere economico. Come già accennato, nel dipinto tutto ha valore simbolico; la composizione è stata concepita secondo il mio stile, caratterizzato da una scelta estetica avulsa da una rappresentazione realistico-fotografica che rispecchia la mia passata esperienza nell’ambito del movimento del Neomanierismo. Nel dipinto vediamo come la ricchezza che ha consentito alla città di Fabriano di prosperare economicamente e culturalmente, è rappresentata dalla fabbricazione della carta, risorsa della città fin dal medioevo; questa ricchezza è simboleggiata dalla borsa con le monete d’oro, posta ai piedi della grande quercia. Il percorso segnato dal ruscello, fa da elemento unificante tra i mestieri rappresentati, dal garzone addetto alla lavorazione della carta allo scalpellino intento a realizzare un grande capitello e, al centro in basso, è rappresentato un giovane intento al disegno, il processo astratto che esprime la massima attività intellettuale dell’artista e dell’artigiano. In alto a destra, appare l’idea della Cattedrale indicata dal Maestro; un capomastro presenta il modellino in legno dell’opera che riassume tutte le energie intellettuali, artistiche, artigianali ed economiche della città. La Cattedrale, una volta realizzata, diverrà il vanto del popolo e la meta finale della solenne processione nel giorno del santo patrono San Giovanni Battista e dell’omaggio dell’obolo e delle cere offerto in devozione dalla città di Fabriano.
Porta del Piano
Autore – Marco Duati
Infiorata – Chiesa di San Benedetto
Fucine di fantasia: omaggio alle gualchiere fabrianesi
Il presente bozzetto per l’Infiorata di Fabriano nasce dall’intento di rendere omaggio alla tradizione artigiana della città, con uno sguardo che unisce memoria, immaginazione e trasmissione del sapere. Il tema proposto – da garzoni a fabbri, da lavorenti a mastri cartai, da apprendisti ad artigiani, le arti e le botteghe medievali, fucine di giovani talenti – mi ha guidato nella scelta di un linguaggio visivo che evocasse le radici medievali della città, intrecciandole con il futuro che nasce dalla fantasia delle nuove generazioni. Il bozzetto è concepito come un codice miniato medievale: l’impianto decorativo, le bordature ricche di motivi floreali e la centralità della narrazione pittorica richiamano i manoscritti antichi, simbolo per eccellenza della trasmissione del sapere. L’imperfezione volutamente mantenuta nelle miniature rievoca l’autenticità del lavoro manuale, celebrando l’unicità che nasce dal gesto artigiano. I quattro riquadri laterali narrano i momenti fondamentali della lavorazione della carta a mano, arte per la quale Fabriano è ancora oggi universalmente conosciuta. Ciascuna scena è una finestra su una fase della produzione: la macerazione degli stracci, la lavorazione degli stessi, i quali venivano inseriti nella pila a magli per essere sfibrati, la formazione del foglio tramite il setaccio, e infine la pressatura per eliminare l’acqua in eccesso. Ogni gesto raccontato è il frutto della pazienza, della cura e della maestria che si tramandano nelle botteghe artigiane chiamate gualchiere, vere e proprie “scuole” del fare e del sapere. Al centro della composizione, il cuore narrativo dell’opera: un padre, mastro cartaio, guida il figlio nel primo contatto con la carta. Il bambino, affascinato, guarda un foglio filigranato dove è impresso un uccello: l’immagine si anima nella sua mente e prende il volo sotto forma di origami, trasformandosi in quattro gru che escono dalla pagina. Queste figure simboleggiano la fantasia, la libertà creativa e la capacità di immaginare oltre i limiti della realtà visibile. Il braccio del bambino e il foglio che fuoriescono dalla cornice sottolineano la rottura degli schemi, la forza dell’immaginazione che supera i confini della tradizione senza rinnegarla. I colori delle miniature e delle gru riprendono quelli delle quattro porte del Palio di Fabriano, a testimoniare l’unità che può nascere nella diversità, e la forza della collettività che si nutre delle proprie distinzioni. In alto, la presenza dell’Agnello crociato, simbolo di San Giovanni Battista, patrono di Fabriano e Santo a cui viene dedicato il Palio, suggella il legame spirituale e culturale con la città. Questo bozzetto non è soltanto una rappresentazione, ma una dichiarazione d’amore per l’artigianato, per la carta, per la fantasia. È un invito a credere nella forza delle mani, ma anche nella luce dell’immaginazione. Perché ogni bottega è una fucina di talenti, e ogni foglio bianco una promessa di futuro.
Porta Pisana
Autori – Gianmarco Angeletti e Simone Salimbeni
Infiorata – Chiesa di San Biagio
Fabriano, dal medioevo ad oggi: fucina di grandi talenti 1420: É il giorno del Patrono, tutto è pronto per celebrare il Santo. I Chiavelli, Signori di Fabriano, raggiungono i posti d’onore, mentre i Priori delle Arti si preparano per la cerimonia religiosa dove imploreranno protezione e benessere. L’aria è carica di festa, le botteghe sono chiuse e la piazza si anima. Le nuove generazioni di garzoni ed artigiani si mescolano tra la folla, ma nei loro occhi brilla la determinazione di diventare Mastri di bottega. Questa è la scena che Porta Pisana vuole rievocare attraverso un sogno moderno. La Cattedrale, resa nella sua essenza più geometrica, diventa una quinta perfetta, arricchita di elementi simbolici come i merli del Palazzo del Podestà e gli stemmi dei Chiavelli. Sulla scalinata, il Priore delle Arti, si accinge ad entrare in religioso silenzio per deporre il suo obolo. Qui, San Giovanni lo accoglie con benevolenza, donando la sua protezione a Fabriano, attraverso le acque del fiume Giano: un nastro di acqua che abbraccia la città e alimenta tutte le Arti. Una pila idraulica e dei fogli appena nati dal talento del Mastro Cartaio evocano la tradizione più importante: Fabriano come eccellenza nella produzione di carta e arte. Ed, infine, a chiudere la scena, due figure per celebrare l’evoluzione di un giovane garzone che, con tenacia e dedizione, ha forgiato il suo destino ed è diventato Mastro; incarnazione di un’arte che non ha tempo, di uno spirito creativo e resiliente che continua a vivere attraverso i secoli.