Il Palio dei Monelli
La definizione “Palio dei Monelli” può ingenerare nel lettore l’idea di un evento poco importante, marginale, rispetto alle accese dispute che si accendono nel “Palio dei grandi”. Non è così. Il Palio dei Monelli è il cuore stesso della competizione, è il tramandarsi di una coscienza ancestrale dove sono custoditi i sogni della città. Una dimostrazione che la città è viva, giovane, sana, piena di risorse e di opportunità.
I giovani “fabbri”, gli atleti delle staffette, i garzoni alle forge, il gruppo nel suo insieme, sono il fiore all’occhiello di Fabriano, il suo biglietto da visita. Qui non solo si forgiano i metalli per fare scattare per primo il meccanismo che innalzerà il gonfalone del proprio quartiere; qui si modellano i caratteri ed il senso di appartenenza. In un sano spirito di agonismo nel “Palio dei Monelli” si apprende ad avere orgoglio e capacità di fatica, rigore e disciplina, ambizione e determinazione per realizzare ciò in cui si crede. Lavorando in gruppo si stringono amicizie importanti, che dureranno tutta la vita, mentre l’atavica conoscenza dei “Faber” passa da una generazione all’altra.
Questi giovani atleti sono il paradigma di come la potenza dell’adolescenza e dei talenti, opportunamente coltivati, possa portare al successo, in ogni campo. Non solo in vista della vittoria di un Palio, ma anche della realizzazione personale nella vita di ogni giorno, per ogni cittadino. Nel “Palio dei Monelli” i giovani apprendono ad amare e rispettare la città, le vie, le piazze, l’ambiente. Imparano a lottare con determinazione, a rispettare gli avversari, a sentirsi parte attiva e consapevole di una intera comunità.
Poco importa se i giovani cuori battono, soffrono o gioiscono per la parte Blu, Gialla, Verde o Rossa. Come in un antichissimo processo alchemico dall’unione di questi quattro elementi si forma una nuova materia, la “quinta essenza”: il Palio di San Giovanni Battista.
Giampaolo Ballelli responsabile storico dell’Ente Palio.